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Il Basso elettrico nel Jazz

Come accennavo nel precedente articolo relativo alla genesi del basso elettrico, inizialmente questo nuovo strumento venne accolto tiepidamente dai musicisti, piuttosto conservatori riguardo all’uso del contrabbasso. Questo avveniva in special modo per il Jazz dove era forte la riluttanza ad abbandonare uno strumento che del genere musicale è quasi un iconico simbolo.

In altri ambiti musicali quali il Blues ed Rhythm&Blues invece qualche pioniere iniziò a sperimentare il nuovo strumento dal vivo per la praticità di trasporto e amplificazione che offriva, con grande volume sonoro e senza rientri causati da microfoni.
Contemporaneamente negli studi di produzione molti chitarristi turnisti vi si approcciarono durante le registrazioni per similitudine con la chitarra elettrica e per la facilità e precisione della intonazione introdotta dall’uso dei tasti invece delle tastiera cieca e senza riferimenti del contrabbasso.
Ma era solo una questione di tempo e presto anche il Jazz sarebbe stato coinvolto da questa rivoluzione nel mondo delle basse frequenze: il basso elettrico avrebbe prima rappresentato una alternativa al contrabbasso per poi ritagliarsi un ruolo ed una voce peculiare e distintiva, contribuendo alla nascita di stili nuovi ed alla evoluzione del linguaggio stesso.

Alcuni jazzisti più progressisti ed aperti alle novità cominciarono a guadare con interesse a questo nuovo strumento e fu il vibrafonista e bandleader Lionel Hampton tra i primi a volere questo nuovo strumento nel proprio organico per sondarne le possibilità espressive e sonore, all’insegna della sperimentazione e del rinnovamento. Entrato a far parte della sua band, il contrabbassista Monk Montgomery si trovò, insieme alla proposta di ingaggio, la richiesta specifica di adottare questo nuovo strumento in maniera esclusiva come clausola per l’assunzione. Vediamo ora più nel dettaglio la storia di questo musicista così importante per la storia del basso elettrico nel jazz e che secondo molte fonti è stato il primo a incidere un disco con lo strumento in studio di registrazione.

Monk Montgomery

(Indianapolis, 10 ottobre 1921 – Las Vegas, 20 maggio 1982)
Monk Montgomery – articolo di giornale – Svezia 1953.

William Howard “Monk” Montgomery è forse il primo bassista elettrico di rilevanza per il jazz, avendo utilizzato il Fender Precision Bass nel 1952 o ’53 dopo aver sostituito Roy Johnson nella Lionel Hampton Orchestra.
Ha dichiarato che le sue maggiori influenze come bassista sono state Jimmy Blanton, Ray Brown e Charles Mingus. Monk suonava il basso elettrico con il pollice (anche il fratello Wes, suonava la chitarra elettrica con la medesima tecnica) e adattò il suo stile esecutivo al genere jazz per restituire l’approccio del contrabbasso .
In seguito negli anni ’60 passò al modello Fender Jazz Bass, suonato però con un plettro di feltro, ottenendo così una maggiore agilità esecutiva senza perdere l’attacco morbido delle note.
La sua carriera professionale non iniziò prima dei 30 anni compiuti e solo dopo il fratello minore Wes. Inizialmente affiancò il lavoro in una fonderia alle serate nei locali notturni di Indianapolis dove si esibiva al contrabbasso.
Wes lavorò per il vibrafonista Lionel Hampton dal 1948 al 1950, mentre Monk lavorò per Hampton tra il 1952 e il 1953. Hampton lo assunse con il precetto di utilizzo esclusivo del nuovo strumento che si stava affacciando sulla scena musicale, al fine di poterne esplorare le potenzialità e le nuove sonorità.

Le registrazioni di Monk Montgomery con The Art Farmer Septet datate 2 luglio 1953 e arrangiate da Quincy Jones, sono probabilmente le prime registrazioni in studio del basso elettrico, e mostrano la destrezza con walking, melodie bebop e ostinato in stile latino.
Tutti i musicisti presenti alla sessione di registrazione (a parte il batterista Sonny Johnson) erano membri dell’orchestra di Hampton.
Le quattro tracce registrate nel 1953 furono pubblicate per la prima volta nel 1954 su un album da 10 pollici Work of Art, con etichetta Prestige Records.
Sono stati tratti tre singoli, di cui il primo è Mau Mau (Pt. 1 e 2) (Prestige 875) nel 1953.
Nella stesura finale del disco The Art Farmer Septet pubblicato sempre da Prestige nel 1956 alle 4 tracce registrate da Montgomery al basso elettrico si affiancheranno altre 4 tracce registrate da Percy Heath al contrabbasso.

Monk Montgomery con Jazz Bass e plettro.
Spot commerciale Fender con le incisioni di Monk Montgomery.

Chuck Rainey, notissimo bassista tra i più richiesti per le registrazioni in studio per decenni, ha affermato che Monk Montgomery è stato il primo bassista elettrico a registrare, in qualsiasi genere.

Pare esista una registrazione dal vivo di Montgomery con l’orchestra di Hampton dell’aprile 1953.

La sua prolifica carriera vanta una fitta produzione discografica con i suoi fratelli Wes e Buddy (The Montgomery Brothers e The Mastersounds con il solo Buddy), collaborazioni con grandissimi nomi dal jazz tra cui George Shearing e esperienze soliste testimoniate da dischi tra cui Bass Odissey (1971) e Reality (1974).

“Ragazzi in altri tipi di musica potrebbero avermi battuto in studio, anche se non ne sono a conoscenza … Per quanto ne so, sono stato il primo nel jazz a registrare con il basso elettrico”

Monk Mongomery, Guitar Player, settembre 1977, ristampato in The Guitar Player Book, 1979, e in Bass Heroes, 1993.